Il Frigido

Localizzato nella regione Apuana, un territorio di estensione limitata ma nettamente distinto dal vicino Appennino non solo per la costituzione litologica ma soprattutto per l'arditezza delle sue vette e l'asprezza e ripidità dei suoi versanti che, unica eccezione in Italia per i monti situati al di fuori della cerchia Alpina, ben le hanno meritato il nome di Alpi Apuane.

La particolarità di questo grandioso anfiteatro montuoso i cui spartiacque, con numerose vette oltre i 1.500 metri, corrono ad una insolitamente breve distanza dal mare (max. distanza in linea d'aria 15 km., dal Monte Cavallo m.1889 al mare nel bacino del Frigido), condiziona in modo determinante il regime idrologico dei corsi d'acqua che, con un percorso breve e approssimativamente rettilineo, si dirigono da NE a SW, perpendicolarmente alla costa.

Il fiume Frigido è caratterizzato da un percorso breve (17 Km.), da una elevata pendenza media (94 per mille) e da un bacino idrografico di limitata estensione (61 KMq.). Ciò nonostante, la portata del Frigido non è affatto trascurabile poiché la catena montuosa, le cui cime si elevano in media sui 1.700 m., costituisce una imponente barriera che provoca l' innalzamento ed il raffreddamento delle masse di aria umida provenienti dal mare, obbligandole a riversare su di essa gran parte di questa umidità, contribuendo così a farne una delle zone più piovose d' Italia (circa 2.000 mm. annui).

La catena montuosa, costituita in gran parte da rocce molto permeabili per fessurazione e carsismo (marmi, grezzoni, calcari selciferi,calcare cavernoso, calcare massiccio), si comporta come un enorme serbatoio acquifero che assorbe le abbondanti precipitazioni e rappresenta la maggior parte dell' area di alimentazione dei corsi d' acqua. In secondo luogo, il Frigido, ha un bacino idrogeologico più ampio del suo bacino idrografico; in altre parole, il Frigido è alimentato anche da acque sottratte agli adiacenti bacini dell'Aulella e del Serchio.

Il Frigido, avendo un coefficiente di deflusso pari a 2, riversa annualmente in mare un volume d' acqua che è il doppio di quella caduta nel suo bacino idrografico con le precipitazioni; se si considera che generalmente il coefficiente di deflusso dei fiumi è inferiore all' unità (circa 0,5-0,8 ), appare chiaro che la cattura delle acque sotterranee da parte del Frigido assume proporzioni veramente notevoli, giustificando la sua consistente portata media (6,44 m cubi/sec.).
Lineguale distribuzione stagionale delle precipitazioni, con i massimi autunno-invernali, e i rapidi tempi di corrivazione delle acque dovuti alla forte pendenza, al denudamento e alla grande permeabilità degli alti versanti, determinano lo spiccato regime torrentizio di questo fiume.

Trovano così spiegazione le forti magre estive e le violente piene invernali: dai dati della stazione idrometrica del Frigido si passa da portate minime giornaliere di circa 0,3 m.cubi/sec. (magra estrema) a massime di 150-200 m..cubi/sec. (forte piena), mentre l' onda di piena vera e propria, di breve durata, può superare largamente i 6-700 m.cubi/sec.

Originato morfologicamente dai monti Sagro e Rasore coi canali Regolo e Fondone, il Frigido assume definitivamente tale nome solo dopo aver ricevuto le acque dall' omonima sorgente, poco a monte del paese di Forno. Riceve quindi sulla sinistra il Torrente di Renara e infine, presso Canevara, il Fosso di Antona. Altri fossi, affluenti di sinistra e di destra, hanno importanza trascurabile.Il corso superiore del Frigido e il torrente di Renara corrono con pendenza ripidissima tra sponde rocciose ed alveo incassato; il dislivello è fortissimo in quanto nei circa 6 Km. di percorso si scende da quota 1.700 a quota 125, alla loro confluenza, poco sotto il paese di Forno( pendenza 284 per mille ). Questa parte superiore del bacino, pur essendo solcata da una rete idrografica piuttosto fitta, è povera di un effettivo scorrimento superficiale; infatti i canali scorrono in rocce calcaree molto permeabili quali i marmi ed i grezzoni e tendono a cedere le loro acque alla circolazione sotterranea, almeno fino a quando le precipitazioni non raggiungono valori tali da saturare parzialmente le normali vie di infiltrazione nel sottosuolo.

Dopo i suddetti considerevoli apporti dalla sorgente del Frigido e del torrente di Renara, un altro consistente contributo idrico è fornito dal Fosso di Antona, non solo per l'estensione del suo bacino di raccolta, ma anche perché scorre prevalentemente su terreni impermeabili drenando i sovrastanti acquiferi calcarei.

Complessivamente la parte montana del bacino presenta il tipico aspetto alpino: le valli sono profondamente incise, con fianchi ripidi e scosciesi che raggiungono localmente anche la verticalità. Le creste aguzze che circondano queste valli, completamente prive di vegetazione, devono la loro fisionomia alla costituzione litologica della zona, dove le rocce carbonatiche rappresentano gli affioramenti più estesi. Da Forno fino quasi a Massa affiorano rocce impermeabili (scisti porifici, filadi sericitico-cloritiche e quarziti) le cui coltri di alterazione, producendo spessi suoli e accumolandosi nelle depressioni naturali, hanno favorito l' instaurarsi di una fitta vegetazione boschiva e l' addolcimento della forma dei rilievi.

Da Massa al mare, infine, il Frigido scorre su terreni permeabili per porosità, incidendo dapprima i suoi stessi antichi depositi alluvionali terrazzati e aprendosi poi la strada nei cordoni di dune sabbiose che costituiscono la fascia costiera.

  • Il sopracitato testo è stato tratto da: Corsi d'acqua del litorale Apuano di G. Sansoni, P. Sacchetti , P.L. Barabotti., Servizio Multinazionale di Prevenzione USL 1-2 Massa, Comunità Montana delle Apuane.

  • Ringrazio personalmente il Dott. G.Sansoni per la disponibilità concessami al fine di potere ottenere ed inserire in rete queste sue preziose informazioni, per il lavoro di recupero e salvaguardia del nostro ambiente fino ad oggi svolto e un grosso augurio per i suoi progetti ancora in fase di sviluppo.



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